giovedì 9 luglio 2015

I 5 ANTIBIOTICI NATURALI CHE FANNO BENE ALLA NOSTRA SALUTE

Sempre disponibili ed efficaci, per prevenire e curare ogni infezione e batterio, erbe e piante sono per la maggior parte sicure e per di più senza effetti collaterali. Preparazioni, decotti ed infusi a base di erbe, possono essere utilizzati come alternativa ai farmaci tradizionali per tutti coloro che vogliono limitare o ridurre l’uso degli antibiotici chimici.

E allora ecco nel dettaglio 5 antibiotici naturali, per affrontare senza timori raffreddori, febbri ma anche brutte bronchiti tipiche di questo freddo periodo dell’anno.

1) Origano: olio essenziale

Una delle erbe aromatiche più utilizzate in cucina grazie al suo particolare profumo, per arricchire il sapore di carne, pesce, verdure, zuppe, stufati ed insalate, l’origano in realtà è particolarmente prezioso anche alla nostra salute, grazie alle sue innumerevoli proprietà terapeutiche. Infatti questa pianta tipica del mediterraneo, in virtù dei suoi principi attivi quali i fenoli, le proteine, i sali minerali e le vitamine di cui è una buona fonte, è un ottimo rimedio se usato quale analgesico, antisettico e antispasmodico. In particolare, lolio essenziale di origano è il più potente antisettico tra tutti gli olii finora conosciuti, ed è attivo contro tutte le forme virali. Alcuni recenti studi hanno dimostrato che è in grado di uccidere quasi la totalità di batteri più comuni come lo stafilococco. Proprio per questo è molto usato nell’aromaterapia per curare problemi all’apparato respiratorio, febbre, bronchite, tosse ma anche asma, mal di denti, vaginiti, reumatismi, intossicazioni alimentari e se non bastasse è anche un ottimo rimedio contro la cellulite. Ovviamente maggiore è la concentrazione, più alta è la sua efficacia quali antibiotico naturale, quindi cercate di scegliere un olio essenziale bio e soprattutto il più possibile puro.

2) Estratto di foglie d’olivo 

Utilizzate già dai tempi remoti quali medicinale, l’estratto delle foglie di olivo è ancora oggi uno dei più potenti antibiotici che la natura ci offre. Non solo antibatterico, antimiotico, anti-invecchiamento, antinfiammatorio, ma il liquido estratto dalle foglie fresche dell’olivo sembra avere anche capacità antiossidanti e dunque aiuta a proteggere il corpo dai radicali liberi. Alcune ricerche sulla foglia d’olivo hanno dimostrato essere questa particolarmente efficace nel trattamento di alcuni tumori al fegato, alla prostata, al colon, della pelle e della mammella. Un estratto dunque miracoloso, usato molto dalla medicina alternativa come rimedio per combattere semplici raffreddori ma anche malattie più gravi quali i tumori, o per ridurre il colesterolo e migliorare la circolazione del sangue e dunque ridurre il rischio di infarto.

3) Aglio

Il re degli antibiotici naturali, antifungini, antivirali, l’aglio dovrebbe essere aggiunto, quotidianamente, alla dieta alimentare soprattutto in questo particolare periodo dell’anno. L’aglio infatti contiene potassio e germanio, due minerali indispensabili per una buona salute, ed in particolare l’allicina che non solo conferisce all’aglio il suo odore forte ma anche la maggior parte delle sue proprietà, che ci aiutano ad aumentare le difese immunitarie e dunque che agiscono come antibiotici naturali. Quindi anche per chi preferisce evitarlo, fate un piccolo sforzo e iniziate ad aggiungere ai vostri piatti, una bella e consistente spolverata di aglio ovviamente fresco, e sempre senza esagerare.

4) Tè verde

Utilizzato nella medicina tradizionale cinese e indiana per molte delle sue proprietà curative, il tè verde continua ad essere venerato oggi da molti medici, ma anche ad essere spesso oggetto di studi volti a scoprire tutti i suoi effettivi benefici per la salute. Una delle proprietà principali del tè verde è quella di essere un importante antiossidante naturale, proprio grazie alle catechine in esso contenute ed in particolare la epigallocatechina gallato (EGCG) molto efficace contro alcuni ceppi di batteri ma soprattutto in grado di aumentare le difese antiossidanti e quindi a migliorare in genere il tessuto cellulare. Vari test effettuati su bevitori regolari di tè verde, hanno dimostrato che questi hanno un rischio minore di sviluppare malattie dell’apparato cardiovascolare ma anche tumore e cancro. Inoltre bere quotidianamente tè verde aiuta a perdere peso. Questo perché grazie alle sue proprietà termogeniche promuove l’ossidazione dei grassi, nonché la stimolazione del metabolismo ma senza incidere sull’apparato cardiovascolare. Dunque bere almeno una tazza di tè verde al giorno fa’ bene alla nostra salute, ma sembrerebbe meglio godersi questa preziosa bevanda naturale, almeno senza l’aggiunta di latte (quello di soia è permesso in quanto non inibisce le proprietà del tè).

5) Zenzero

Lo zenzero, pianta officinale appartenente alla famiglia delle Zinziberacee, è originario dell’Asia orientale. Da Ippocrate a Confucio, fino ai giorni nostri, è stato usato in molte culture del mondo. Recenti studi hanno individuato nello zenzero uno dei dieci alimenti, dotati dei più alti livelli di attività anti-cancro. Esso, infatti, avrebbe una funzione protettiva contro i tumori in particolare quello del colon retto. Inoltre, è in grado di guarire numerosi disturbi comuni. A partire da raffreddori e influenza grazie al suo rizoma carnoso che contiene principi attivi quali zingiberenegingeroli e shogaoli,resine e mucillagini in grado di sciogliere il muco e liberare i bronchi. Per usufruire degli effetti benefici dello zenzero bisognerebbe assumere una quantità compresa tra i 10 e i 30 grammi al giorno. Potete prepararvi uno sciroppo facendolo bollire fresco per 30 minuti in una tazza di acqua aggiungendo zucchero o miele, oppure gettarvi a capofitto nella preparazione di una tisana disinfettante e rinvigorente come quella a base di zenzero, cannella e chiodi di garofano su una base di tè bancha.

mercoledì 1 luglio 2015

I CINQUE RITI TIBETANI

I Cinque Tibetani sono una pratica fisica e di meditazione estremamente attiva. Risvegliano il corpo, la mente, lo spirito e l’Energia Vitale (Prana), stimolano il libero fluire del benessere. Tutti possono avvicinarvisi e con gradualità approcciare i singoli riti ripetendoli quotidianamente fino a riuscire ad eseguirli con fluidità per 21 volte.

L'origine dei 5 riti tibetani

Malgrado la tradizione millenaria legata ai riti buddhisti, agli esercizi dei monaci tibetani e alle pratiche di meditazione, i cinque riti tibetani hanno un’origine piuttosto recente e alquanto dibattuta. Si tratta di una serie di cinque asanas, di esercizi, secondo alcuni tratte dallo yoga, e divulgati per la prima volta ad opera di Peter Kelder nel 1939.
Pare che l’autore fosse venuto a conoscenza dei riti tibetani grazie alle confidenze di un anziano colonnello inglese che aveva scoperto l’elisir di lunga vita in un monastero tibetano dove venivano quotidianamente svolti questi cinque esercizi. Il colonnello stesso era stato introdotto alla pratica e ne aveva tratto considerevoli benefici riappropriandosi di un corpo sano e forte e contrastato l’invecchiamento.
Obiettivo dei cinque riti tibetani è l’armonizzazione dei sette chakra per raggiungere il pieno possesso delle proprie forze fisiche ed energetiche. I sette chakra possono essere raffigurati come vortici che ruotano a forte velocità in modo da favorire il libero fluire dell’Energia vitale dal basso verso l’alto lungo il sistema endocrino. Se uno o più di questi vortici rallenta o si blocca, anche l’Energia ristagna, si creano disarmonie che possono cronicizzare e trasformarsi in patologie.
I riti tibetani servono a sostenere i movimenti circolatori dei chakra e a conservare e migliorare lo stato di benessere. Ogni singolo rito deve essere ripetuto armonicamente per 21 volte in maniera costante e quotidiana.

Primo rito tibetano: la Ruota 

Il primo tibetano ricarica tutti i chakra grazie al movimento rotatorio caratteristico di questo rito che accelera la velocità dei vortici.
La posizione iniziale è in piedi gambe leggermente divaricate piedi a 45 gradi. Le braccia sono allargate parallele al terreno e le dita delle mani sono ben estese. Porre la concentrazione su un punto stante tre dita sotto l’ombelico (hara) e immaginare di volersi radicare a terra. Lentamente iniziare a girare in senso orario spostando i piedi di circa un quarto di cerchio alla volta. Il corpo ruota rimanendo sempre sullo stesso punto e la velocità gradualmente aumenta.
Per le prime volte è bene considerare il senso di vertigine come il limite al quale fermarsi, limite da spostare con la pratica costante fino a riuscire ad effettuare 21 rotazioni. E’ consigliabile fissare un punto per non perdere l’orientamento e al termine dell’esercizio premere con entrambi i pollici sul terzo occhio per attenuare i possibili capogiri. Possiamo accompagnare questo rito con un pensiero di libertà “fluisco liberamente con gli eventi della vita”. Il primo tibetano sollecita la circolazione,tonifica le braccia, stimola il flusso del liquido cerebro-spinale.

Il secondo rito tibetano: l'Angolo 

La posizione di partenza è supini, braccia lungo il corpo, palmo delle mani rivolto a terra e dita unite. Inspirando sollevare la testa e portare il mento allo sterno. Contemporaneamente sollevare le gambe tese a 90 gradi, piedi a martello senza alzare il bacino. Espirando riportare a terra gambe e testa. Chi è particolarmente sciolto può applicare la variante dell’aratro, portando le gambe tese verso il capo. E’ importante non inarcare la schiena a livello lombare quando le gambe vengono sollevate.
Possiamo accompagnare questo rito con un pensiero di potenza “offro carica e forza ad ogni cellula  del mio corpo”.
Il Secondo Tibetano rafforza l’addome, le braccia e le gambe. Ha un effetto sedativo (in senso energetico) sulla tiroide, le ghiandole surrenali, i reni, l’apparato digerente, e l’apparato riproduttivo. Regola il flusso mestruale e linfatico, tonifica la circolazione cardiaca e la respirazione. Agisce sui primi cinque chakra, dalla radice alla gola.

Il terzo rito tibetano: l'Arco 

La posizione iniziale è in ginocchio, piedi puntati a terra con le dita ripiegate a supporto del corpo, mani appoggiate sui glutei. Inspirare ed espirando piegare la testa in avanti portando il mento allo sterno. Inspirando flettere la testa all’indietro, inarcare il busto, avvicinare il più possibile tra loro i gomiti chiudendo le scapole e contrarre i glutei.
Possiamo accompagnare questo rito con un pensiero di disponibilità “apro il mio cuore verso il cielo”. Il Terzo Tibetano scioglie le tensioni del collo e della schiena, tonifica addome e diaframma, favorisce la respirazione, seda la tiroide, le ghiandole surrenali, i reni, l’apparato digerente e genitale. Stimola il secondo, terzo e quinto chakra.

Il quarto rito tibetano: il Ponte 

La posizione di partenza è seduti a terra, gambe distese e leggermente divaricate, piedi a martello. Braccia lungo i fianchi e mani appoggiate a terra parallele al bacino, busto eretto, collo flesso in avanti con il mento allo sterno. Inspirando fare peso sulle mani e sui talloni sollevare il bacino, flettere le gambe, stendere indietro il busto e la testa, tanto da creare un allineamento orizzontale di cosce, busto e capo, senza inarcare la schiena. In questa posizione tendere tutti i muscoli coinvolti. Espirando ritornare nella posizione iniziale seduti a terra.
Possiamo accompagnare questo rito con un pensiero vitale “la forza della vita pulsa dentro di me”. Il Quarto Tibetano stimola la tiroide, l’apparato digerente, l’apparato riproduttivo, la circolazione cardiaca e linfatica e rende più profonda la respirazione. Rafforza addome, cosce, braccia e spalle. Accelera il movimento di tutti i chakra.

Il quinto rito tibetano: la Montagna 

La posizione iniziale è proni, gambe divaricate tanto quanto il bacino, piedi puntati, mani appoggiate a terra leggermente sopra le spalle, gomiti paralleli al corpo. Inspirando estendere le braccia, inarcando così la schiena, i glutei sono contratti per sostenere la fascia lombare, il mento è rivolto verso l’alto. Il bacino si stacca da terra. Espirando, spingere i talloni indietro,sollevare il bacino verso l’alto flettendo il busto e la testa in avanti. I piedi e le mani non si spostano mai dal loro punto di ancoraggio. Inspirando si ritorna nella posizione iniziale senza  più appoggiare il bacino.
Possiamo accompagnare questo rito con un pensiero sinuoso “la flessibilità del corpo plasma la mia mente”. Il Quinto Tibetano tonifica tutte le ghiandole del sistema endocrino e in particolar modo stimola il primo, il sesto e il settimo chakra. Tonifica l’apparato cardiorespiratorio e il sistema immunitario. Rafforza i muscoli delle braccia, i pettorali e allunga le fasce delle gambe e della schiena.