mercoledì 6 gennaio 2016

CICLISTA PERICOLO IN STRADA

Gran parte di chi usa la bicicletta non conosce le norme della strada, o perchè non ha la patente o perchè, non essendo alla guida di un veicolo a motore, si credono esenti. Fatto sta che risultano un rischio per automobilisti e pedoni. Questi ultimi rischiano di essere investiti, mentre i primi possono trovarsi un improvviso ostacolo davanti. Infatti anche se ci sono piste ciclabili, questi per chissà quale motivo preferiscono guidare in mezzo al traffico, mentre segnali e precedenze per loro non esistono. Io regolamenterei il tutto nel seguente modo: 1) Patantino per i ciclisti, così da fargli conoscere le regole della strada e responsalizzarli. 2) Numero identificativo della bicicletta, tipo targa. 3) Assicurazione, visto che provocano anche loro sinistri. 4) La bicicletta deve avere segnalatore acustico, specchietto retrovisore e fanalini 5) Ci deve essere un minimo ed un limite di età (non è possibile vedere in mezzo alle auto bambini in bici di 10 anni così come anziani di 90) 7) Ovviamente chi è ubriaco o sotto l'effetto di stupefacenti non può mettersi alla guida Pena multa e sequestro del mezzo. Possono sembrare punti drastici, ma riflettendoci le biciclette sono un mezzo come un altro che utilizza strade pubbliche e regolamentarli è il minimo. Cosa ne pensate?

martedì 5 gennaio 2016

IL CARNEVALE

Il Carnevale


Caratterizzato da colori e schiamazzi, il carnevale è considerata la festa dell'allegria per eccellenza. Uomini di ogni ceto sociale si recano a balli in maschera e sfilate variopinte, cercando di liberare la fantasia e di catturare un po' di felicità. Lo scherzo "vale" ed il commercio che vi è connesso raggiunge il suo apice; vengono acquistati vestiti da indossare solo per qualche giorno, poi, come ogni anno, rimangono soltanto piazze e strade da ripulire. Oltrepassando pragmatiche e superficiali considerazioni, pro o contro il carnevale, occorre chiedersi da dove esso provenga e di quali concetti religiosi o valori morali sia portatore.

Le origini del carnevale

Certamente non è facile indagare sulle origini di una festa come il carnevale, le cui tracce storiche nessuno ha potuto o voluto realmente conservare. Non è possibile nemmeno fare luce sui diversi aspetti che ne caratterizzano i festeggiamenti, in quanto, nel corso dei secoli e in realtà geografiche diverse, il carnevale si è arricchito di sfumature sempre nuove.
L'etimologia del termine "carnevale" risale, con ogni probabilità, al latino carnem levare, espressione con cui nel Medioevo si indicava la prescrizione ecclesiastica di astenersi dal mangiare carne a partire dal primo giorno di Quaresima, vale a dire dal giorno successivo alla fine del carnevale, sino al "giovedì santo" prima della Pasqua. Il carnevale infatti, nel calendario liturgico cattolico-romano si colloca necessariamente tra l'Epifania (6 gennaio) e la Quaresima. Le prime testimonianze documentarie del carnevale risalgono ad epoca medievale (sin dall'VIII sec. ca.) e parlano di una festa caratterizzata da uno sregolato godimento di cibi, bevande e piaceri sensuali. Per tutto il periodo si sovvertiva l'ordine sociale vigente e si scambiavano i ruoli soliti, nascondendo la vecchia identità dietro delle maschere.

I festeggiamenti culminavano solitamente con il processo, la condanna, la lettura del testamento, la morte e il funerale di un fantoccio, che rappresentava allo stesso tempo sia il sovrano di un auspicato e mai pago mondo di "cuccagna", sia il capro espiatorio dei mali dell'anno passato. La fine violenta del fantoccio poneva termine al periodo degli sfrenati festeggiamenti e costituiva un augurio per il nuovo anno in corso. Nelle varie manifestazioni carnevalesche è possibile individuare un denominatore comune: la propiziazione e il rinnovamento della fecondità, in particolare della terra, attraverso l'esorcismo della morte. Il periodo carnevalesco coincide più o meno con l'inizio dell'anno agricolo, un chiaro indizio che permette di collegare direttamente il carnevale alle feste greche di impronta dionisiaca (le feste in onore di Dionisio, dio greco del vino, caratterizzate dal raggiungimento di uno stato di ebbrezza ed esaltazione entusiastica, che sfociavano in vere e proprie orge), e a quelle romane dei Saturnali (solenne festa religiosa, che si celebrava in onore del dio Saturno e durante la quale si tenevano cerimonie religiose di carattere sfrenato e orgiastico, che prevedevano tra l'altro la temporanea sospensione del rapporto servo-padrone). Lo stretto rapporto esistente tra queste feste e alcuni costumi del carnevale è evidente, anche se ignorato dai più. In tempi recenti gli storici hanno insistito maggiormente sull'origine agraria e sociale del carnevale. Esso è irrisione dell'ordine stabilito e capovolgimento autorizzato, limitato e controllato nel tempo e nello spazio dall'autorità costituita. In altre parole la festa del carnevale era vista dalle classi sociali più agiate come un'ottima valvola di sfogo concessa ai meno abbienti allo scopo di garantirsi il protrarsi dei propri privilegi. Non meno interessante è l'origine e la valenza demoniaca di alcune tra le maschere carnevalesche più famose e antiche, come quella nera sul volto di Arlecchino o quella bipartita (bianca e nera) di Pulcinella. Studi sul significato psicologico della volontà di indossare una maschera hanno mostrato che l'irresistibile attrazione esercitata dal carnevale sta proprio nella possibilità di smettere di essere se stessi per assumere le sembianze e il comportamento della maschera. Questa scelta, quando non è condizionata da fattori economici, rivela interessanti, e talvolta inaspettati, aspetti psicologici di una persona. Queste brevi note storiche, lungi dall'esaurire l'argomento, vogliono far riflettere il lettore sulla reale origine del carnevale e sull'impossibilità per ogni cristiano, separato dalle usanze del mondo e consacrato a Dio, di lasciarsi coinvolgere sia pure dal minore di questi aspetti.

Il Carnevale visto come manifestazione sociale
Il Carnevale è la celebrazione del travestimento: di quella promiscuità ribelle che sovverte l'ordine naturale e morale stabilito da Dio: "La donna non si vestirà da uomo, e l'uomo non si vestirà da donna poiché il Signore, il tuo Dio, detesta chiunque fa queste cose" (De.22:5). La condanna è estesa ad ogni licenza dalla propria identità spirituale e dalle responsabilità etiche (So.1:89).
Il Carnevale è il riconoscimento di quella ambiguità che, confondendo realtà e apparenza, verità e finzione, mira ad offuscare quella lucidità e giusta inibizione necessarie ad onorare Dio (Is.5:20,22; Ro.13:12-14). Per diversi credenti basta un disincantato: "non c'è nulla di male..." per rendere implicita l'approvazione di Dio in faccende che non Lo riguarderebbero. Il Carnevale è espressione di una allegrezza abbinata alla volgarità, in contrasto con la gioia cristiana (Ro.14:17, Ef.5:3,4), di una satira dissacratoria completamente in contrasto con la Parola di Dio, che non insegna lo scherno delle autorità, bensì a pregare per esse (I Ti.2:12). Il Carnevale è l'esaltazione sfrenata del godimento fine a sé stesso; tale festa costituisce, tuttavia, più che un'innocente divertimento, uno dei tanti "diversivi" che, con la scusa di fugare noia, tristezza e desideri repressi, allontana le coscienze dalla sana preoccupazione per la condizione dell'anima dinanzi al Giudizio divino (Is.30:9-11; Lu.16:19,25; I Pi.4:3,7).

Il Carnevale visto quale evento religioso

Il Carnevale ha perduto nel tempo certe punte di pura stregoneria, ma sotto il manto della baldoria "scaccia pensieri", la sostanza dell'esorcismo "scaccia spiriti" non è scomparsa; esso è comunque una ricorrenza pagana, con tutto il suo fardello di contraddizioni inconciliabili con lo spirito e l'opera di Cristo (II Co.6:14-16). Il "carnevale religioso" rivisita un rituale che disonora l'unica propiziazione riconosciuta da Dio (I Gv.2:12). La simbologia cattolica delle ceneri ripropone una prescrizione mosaica superata dall'efficacia purificatoria del sacrificio di Gesù Cristo (Eb.9:11-14). Il Carnevale insegna un falso riscatto spirituale, promuovendo il peccato volontario in prospettiva di un "pentimento programmato".

Conclusione
Come cristiani desiderosi di vivere secondo la volontà di Dio, non vogliamo vivere secondo il sistema che vige nel mondo: "E non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà" (Ro.12:2, I Pi.1:14).
Come genitori siamo inoltre chiamati ad istruire i nostri figli nella volontà di Dio, anche se veniamo considerati delle persone che non sanno rimanere al passo con i tempi, poiché la nostra preoccupazione non è quella di rimanere indietro con la società, ma di seguire Gesù Cristo il Signore in ogni cosa.

(si ringrazia P. Tarantino per il testo dell'articolo)


LA FESTA DELL'EPIFANIA

È una vecchietta un po' malandata, ma molto laboriosa e molto amata dai più piccoli, sebbene il suo aspetto non sia così tranquillizzante. Viaggia a cavallo di una scopa e, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, è al lavoro per portare doni, dolci in particolare, ai bimbi bravi. Per quelli meno bravi, invece, solo carbone. È amata quanto Babbo Natale, ma a differenza dell'anziano signore barbuto, è meno famosa soprattutto fuori dall'Italia. Qui, invece, la conosco tutti come la Befana:“la Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte”, vuole un vecchio adagio.

Il 6 gennaio in Italia si festeggia l'Epifania, una festività tipica di alcune regioni diffusasi, poi, nel resto della Penisola, che reca con sé tradizioni e folclori locali assieme ad un forte valore religioso. L'Epifania è legata, infatti, all'adorazione dei Re Magi 
che giunsero a Betlemme, dodici giorni dopo il Natale, con i doni per Gesù Bambino seguendo la cometa. L'apparizione, però, affonda le sue radici anche in rituali pagani e precristiani. Per questo motivo si tratta di una festività particolarmente complessa che reca con sé il carattere dei luoghi in cui viene festeggiata.

La Befana, in certe tradizioni, rappresenta l'allegoria femminile dell'anno vecchio pronto a sacrificarsi per dare vita a un periodo nuovo e prospero.

Una festività magica intrisa di profondi valori simbolici, quella della Befana durante la quale, in alcune località, si crede che anche gli animali possono parlare e dire finalmente ciò che pensano agli esseri umani. 

L'Epifania chiude così le festività natalizie (si recita in rima infatti che “L'Epifania tutte le feste porta via”) e segna l'inizio del Carnevale.

LA VERA STORIA DELLA BEFANA

La Befana è una vecchia brutta e gobba, con il naso adunco e il mento aguzzo, vestita di stracci e coperta di fuliggine, perchè entra nelle case attraverso la cappa del camino.
Infatti la notte tra il 5 e il 6 gennaio, mentre tutti dormono infila doni e dolcetti nelle calze dei bambini appese al caminetto.
Ai bambini buoni lascia caramelle e dolcetti, a quelli cattivi lascia pezzi di carbone.
La Befana si festeggia nel giorno dell'Epifania, che di solito chiude le vacanze natalizie.
Il termine “Befana” deriva dal greco “Epifania” che significa “apparizione, manifestazione”.
Avvenne nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio che i Re Magi fecero visita a Gesù per offrirgli oro, incenso e mirra.
Anche la Befana apparve nei cieli, a cavallo della sua scopa, ad elargire doni o carbone, a seconda che i bambini siano stati buoni o cattivi.
Una leggenda spiega la coincidenza così:
una sera di un inverno freddissimo, bussarono alla porticina della casa della Befana tre personaggi elegantemente vestiti: erano i Re Magi che, da molto lontano, si erano messi in cammino per rendere omaggio al bambino Gesù.
Le chiesero dov’era la strada per Betlemme e la vecchietta indicò loro il cammino ma, nonostante le loro insistenze lei non si unì a loro perché aveva troppe faccende da sbrigare.
Dopo che i Re Magi se ne furono andati sentì che aveva sbagliato a rifiutare il loro invito e decise di raggiungerli.
Uscì a cercarli ma non riusciva a trovarli.
Così bussò ad ogni porta lasciando un dono ad ogni bambino nella speranza che uno di loro fosse Gesù.
Così, da allora ha continuato per millenni, nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio a cavallo della sua scopa…