sabato 28 marzo 2015

COME ELIMINARE LE MACCHIE PIU' DIFFICILI

Come eliminare le macchie senza danneggiare il capo che stiamo cercando di recuperare? Esistono due correnti di pensiero, la prima è affidarsi a costosi smacchianti, che tuttavia non sempre restituiscono il risultato voluto e che fra le altre cose, danneggiano i capi e ancora peggio la nostra salute.
Poi, e qui entra in gioco il fai da te, ci sono i rimedi della nonna, quelli che provati in casa, fanno risparmiare soldi, tempo e salute.
1.Come eliminare le macchie da caffè o da the
Il rimedio è il succo di limone o l’aceto
Se per caso, avete versato involontariamente il caffè sui vestiti, mettete subito dell’aceto o del succo di limone sulla macchia. Lasciate agire per circa un’ora al termine della quale, lavate normalmente la camicia.
2.Come eliminare le macchie di sangue
Il rimedio è l’ acqua fredda, sale o amido di mais
Se accidentalmente vi siete fatti male, e del sangue è finito sul pantalone, basta versare immediatamente dell’acqua molto fredda per eliminare la macchia. Se la stessa persiste, aggiungete anche un po’ di sale o in alternative, versate dell’amido di mais sulla macchia per circa 30 minuti.
3.Come eliminare le macchie di grasso
La soluzione è il sapone liquido vegetale oppure la soda da bucato
Forse questa è la macchia più insidiosa e per eliminarla, basta tamponare la macchia con del sapone vegetale ad esempio, il sapone all’olio extravergine di oliva. Se la macchia persiste, provate con la soda e lasciatela agire per circa un’ora prima di lavare a mano o in lavatrice.
4.Come eliminare le macchie da cioccolato
La soluzione è il sapone vegetale.
Provate a prendere una tazzina da caffè con dentro dell’acqua fredda e mescolate un cucchiaio di sapone o olio vegetale. Creata la miscela, versatela sulla macchia e lasciate agire per alcuni minuti. In seguito lavate normalmente.
5.Come eliminare la macchia di inchiostro sui vestiti
La soluzione è l’aceto o il latte: versate sulla macchia dell’aceto o del latte e tamponate sino ad assorbire l’inchiostro. Lasciate agire per un’ora abbondante e in seguito lavate in lavatrice.

giovedì 26 marzo 2015

POLPETTE DI CARNE ALLA SICILIANA

Ingredienti per 4 persone:
·         500 gr. di carne trita
·         1 uovo
·         Rosmarino, timo, maggiorana o prezzemolo (freschi)
·         Parmigiano grattugiato (2 manciate)
·         Pane (da ammorbidire nel latte)
·         Sale, pepe a piacere
·         Pangrattato per l’impanatura
·         Olio d'oliva

Procedimento:
Metti in una ciotola la carne macinata. Aggiungi poi uovo, sale, pepe, il Parmigiano e gli aromi dopo averli lavati e tritati col coltello. Amalgama il tutto, meglio se con le mani. Aggiungi 2-3 fette di pane raffermo, che avrai precedentemente ammorbidito in un piatto con del latte. E sbriciolalo. Assicurati che l’impasto rimanga sempre morbido, così che non si asciughi in cottura!
Mescola bene tutti gli ingredienti formando una pasta dalla consistenza morbida, dunque, ma ben amalgamata, dove tutti gli ingredienti sono ben distribuiti. Dopodiché, inizia a dar forma alle polpette, creandone, con le mani, una forma delle dimensioni poco più grandi di una pallina da ping-pong. A conclusione, schiaccia le polpette in superficie, affinché non siano perfettamente tonde né ovali. Infine, passa le polpette nel pangrattato, su tutti i lati.
Visto che friggeremo le polpette in abbondante olio (tanto da coprirne il fondo di una padella larga e bassa), sarà meglio usare dell’olio d’oliva, più costoso ma più sano, e con un punto di fumo alto, quindi non c’è pericolo che durante la frittura si liberino composti nocivi per la saluteFai sempre attenzione però: l’olio non deve mai cambiare di colore. Torniamo a noi dunque.
Fai scaldare l'olio, poi disponi a una a una le polpette nella padella. Lascia dorare le polpette, quando ti sembreranno pronte, girale dall'altro lato.
Ora, scola le polpette su un piatto ricoperto di carta assorbente, in modo da eliminare l’olio in eccesso, farle riposare e anche un po’ raffreddare. Aggiungi del sale a piacere.
Le polpette sono pronte per essere servite! Abbinale ad un contorno di verdure qualsiasi oppure ad una semplice insalata. Le polpette sono un piatto nutriente, aromatico, che piace anche ai bambini.

Autore |Enrica Bartalotta

LINGUINE ALLE VONGOLE

Ingredienti (per 4/5 persone):
Linguine 400 g
Vongole 1kg
16 Pomodorini circa
Vino bianco 1/2 bicchiere
Prezzemolo tritato q.b.
Pepe nero q.b.
1 Peperoncino


Preparazione:
Mettete le vongole in acqua per farle spurgare, aggiungendo una presa di sale grosso.
Dopo averle scolate mettetele in un recipiente (io ho usato il wok), mi raccomando senza aggiungere acqua, e chiudete con un coperchio.
Fatele andare a fiamma dolce fino a quando le vongole non si saranno aperte.
Scartate quelle rimaste chiuse e sgusciate il resto lasciando da parte quelle più grandi che vi serviranno per guarnire il piatto. Filtrate l’acqua che hanno rilasciato e mettete da parte.
Nello stesso tegame mettete l’olio e l’aglio (io lo sbuccio e lo taglio a metà poi lo scarto) e fate soffriggere senza farlo bruciare quindi aggiungete il peperoncino, i pomodorini tagliati a metà e subito dopo le vongole sgusciate con un poco della loro acqua rilasciata durante la prima cottura.
Sfumate con il vino bianco (quello buono) a fiamma vivace e lasciate andare per un paio di minuti. Poiché il pomodorino non deve sfaldarsi ma rimanere sodo, non cuocetelo molto.
Infine aggiungete il pepe, il prezzemolo tritato e le vongole con il guscio messe precedentemente da parte.
Coprite con un coperchio.
Cuocete le linguine in abbondante acqua salata, scolatele al dente e unitele al condimento.
Riaccendete a fiamma vivace aggiungendo un altro poco di acqua di vongole, un mestolino di acqua fredda e un filo di olio.
Infine guarnite il piatto con le vongole e un po’ di prezzemolo tritato e servite.
Da Blog Sicilia

SPAGHETTI ALLO SCOGLIO - Ricetta Tipica Siciliana

INGREDIENTI
600 g pasta tipo bavette;
150 g calamari piccolissimi e già puliti;
50 g code di gamberetti sgusciate;
50 g cozze sgusciate;
50 g vongole sgusciate;
250 g polpa di pomodoro;
2 e 1/2 spicchi d'aglio;
1 carota;
1 cipolla piccola;
1 presa prezzemolo tritato;
1 pezzo peperoncino;
1 bicchiere vino bianco;
1 bicchierino brandy;
                                                                                                           olio d’oliva.
PROCEDIMENTO
Come prima cosa prendete un tegamino e mettete a scaldare, in un po' di olio d'oliva, 2 spicchi di aglio, il peperoncino e poco dopo i calamari. Fate cuocere a fiamma viva e abbiate l'accortezza di mescolare per bene. Sempre nello stesso tegame, aggiungete metà del vino e fatelo evaporare. Poi aggiungete il pomodoro e poca-poca acqua.
Coprite il tegame e continuate a cuocere, ma questa volta abbassando la fiamma (moderata).
Adesso utilizzate un altro tegame.
Aggiungete un cucchiaio di olio, mezzo spicchio d'aglio tritato, un po' di sale e mettete a cuocere le cozze. Dopo qualche istante aggiungete anche le vongole e mescolate bene.
Qualche secondo dopo togliete la casseruola dal fuoco e versate al suo interno 3 cucchiai di olio di oliva ed il tritato di carota e cipolla. Fate imbiondire!
Quando la cipolla sarà “bionda”, addizionate al tegame le code dei gamberi e mescolate.
Versate il resto del vino ed il brandy. Fateli evaporare, continuando la cottura per 2 o 3 minuti.
A questo punto versate tutto all'interno del tegame con i calamari piccoli, che avevamo cotto in prima battuta.
Non resta che preparare la pasta.
Mettete gli spaghetti (bavette) in acqua e fateli al dente.
Riponeteli quindi in un piatto di servizio e ricopriteli con metà della salsetta che abbiamo preparato, aggiungete del prezzemolo tritato e mescolate. Poi decorate con l'altra metà della salsa sopra la pasta e servite.
Autore | Viola Dante; Foto | Giuseppe Storaci

TAGLIOLINI CON GAMBERO E POMODORINI DI PACHINO

Per 4 persone:
350 gr di tagliolini
700 gr. di gambero (freschissimo)
500gr di pomodorini di pachino
……aglio q.b
cipolla q.b
olio d'oliva
sale
vino bianco
prezzemolo.

Preparate un soffritto d'aglio e cipolla senza farlo annerire.
Unite i gamberi lavati e fateli rosolare per qualche minuto
Bagnate con un bicchiere di vino bianco o di liquore secco e lasciate insaporire finché
evapora.
Aggiungete i pomodorini interi e fate cuocere per circa 15
minuti.
Eliminate l'aglio, salate e pepate.
Mettete da parte i gamberi e
fate saltare i Tagliolini nel sugo.
Spolverizzate con prezzemolo tritato….
a piatto completato guarnite con uno due gamberi interi (come da foto)
buon appetito 
By Salvo…
Salvatore Salvo

martedì 24 marzo 2015

GEOMANZIA

La geomanzia è una mantica affascinante in quanto permette di trarre responsi attraverso l’osservazione del paesaggio, delle rocce e della terra. Vi è anche una forma di geomanzia che si riferisce ad una tecnica oracolare antica, originata in medio oriente, e che fu molto popolare nel medioevo europeo. In questa forma di geomanzia ci si avvale di  sabbia, terra, semi, sassi -e quant’altro è legato all’elemento terra- per tracciare una serie di punti, apparentemente casuali, che dopo essere stati codificati secondo un preciso criterio, danno origine a 16 figure magiche.

Come procedere nella seduta divinatoria


Il geomante stabilirà il giorno e l’ora del consulto in base all’oggetto della domanda, ovvero si sceglieranno i  giorni in base al simbolismo dei pianeti; ad esempio per questioni che riguardano il successo e gli affari si prediligono la domenica e il giovedì, per l’amore il venerdì, per i viaggi il lunedì, e così via.
Stabilito il momento congruo, osservate che il cielo tempo sia stabile e abbastanza sereno, quindi disponete gli strumenti necessari. Questi possono essere:
  • Il classico vassoio di sabbia;
  • Semi consacrati -meglio se di piante in armonia con la richiesta;
  • Pietre e cristalli;
  • Monete;
  • Penna o matita.
A questo punto occorre radicarsi e centrarsi, porgendo una preghiera agli elementali della terra, quindi si invita il consultante a imprimere quattro file di punti nella sabbia o a pescare casualmente i semi o le pietre per quattro volte. A questo punto occorre contare a due a due il numero di punti, semi o pietre. Se si tratta di una serie pari tracceremo due tecche (o metteremo da parte due semi), se invece la serie è dispari (eccedenza di uno) si segnerà una sola tacca (o si tiene da parte un solo seme o sassolino).
Abbiamo ottenuto la prima figura geomantica, composta dalla combinazione delle quattro computazioni.
Le eccedenze di dispari o pari sono rapportati alle polarità di energia Yin e Yang, allo stesso modo dell’ I-Ching. Le combinazione di queste due polarità genera le sedici figure che esprimono le diverse energie in azione nell’universo. Le figure sono composte da una testa, un collo, un corpo, un piede.
Procederemo in questo modo fino a formare quattro figure, chiamate Madri. Da questo momento le altre figure si formano in modo automatico.
  1. Formare la prima Figlia trascrivendo in ordine tutte le teste delle madri.
  2. Formare la seconda Figlia dai colli delle Madri.
  3. Formare la terza figlia prendendo i corpi delle Madri.
  4. Formare la quarta figlia dai piedi delle Madri.
  5. Formare la quattro Nipoti addizionando le madri: Madre 1 + Madre 2; Madre 3 + Madre 4; ecc.
  6. Procedere addizionando le Nipoti per ottenere le Testimoni.
  7. Per il Giudice si sommano le due Testimoni.
  8. Per un’ulteriore conferma si può generare la figura del Conciliatore addizionando l’ultimo Giudice con la prima Madre. Questa figura va generata qualora le risposte fossero ambigue.
Sebbene possa apparire complicato, in realtà si tratta di un “gioco” semplicissimo. Nell’immagine possiamo vedere la formazione e disposizione delle case geomantiche.


Significato Divinatorio delle 16 Figure Geomantiche


Populus è una delle figure poste sotto il dominio della Luna, dell’elemento acqua e ai segni Cancro, Capricorno e Acquario. Si tratta di una figura pressoché neutrale che riflette quello che le sta attorno cioè è buono con il buono e cattivo con il cattivo. Populus indica una moltitudine, una congregazione, una folla, una squadra, un mettere insieme.
Via è anch’essa connessa alla Luna e all’elemento acqua e le si attribuiscono i segni zodiacali di Cancro, con influenze di Vergine e Leone.  Significa via o strada e il suo significato comprende anche il concetto di viaggio ed è neutrale. Può indicare una strada maestra, un passaggio, un metodo.

Conjunctio è una figura di Mercurio ed è una figura positiva. Significa congiungere, unire, mettere assieme, ma anche questa può risultare ambigua a seconda dei punti di vista.  Può significare alleanze, matrimoni, amicizie, vita sociale, ritrovo, occupazione. Il segno attribuito a Conjuctio è la Vergine.

Carcer è una figura di Saturno, elemento terra e segni dei Pesci, Capricorno e parte dell’Acquario. E’ una figura sfavorevole.  Carcer significa prigione , cella.  Viene interpretato come costrizione, essere trattenuto, confinato, legame in senso negativo, ritardo. Se questa figura compare come prima, è preferibile sospendere la sessione. Ma questa figura può essere anche positiva in certe circostanze consolidando una posizione di potere e di legame.


Fortuna Major, dominata dal Sole in aspetto favorevole, dall’elemento fuoco (o terra) e dai segni Leone con influenza di Toro e Acquario, è senz’altro una figura molto positiva. Significa destino, fato, una grande fortuna, ciò che è interiore ed intimo. Significa salvaguardia, penetrazione, successo, aiuto interiore e protezione. Indica proprietà e buona posizione. Indica che la forza necessaria è nel nostro potenziale personale.


Anche Fortuna Minor è assegnata al Sole, ma in posizione notturne e meno fortunata. Risente anche di Ariete, Leone e Toro; è una figura del fuoco. Significa minor fortuna, protezione e aiuto esterno. Questa figura ci rivela che è tempo di offrire, che la nostra forza sta sfuggendo o che è tempo di usarla per aiutare gli altri e che anche noi dovremo richiedere l’aiuto e la protezione da fonti esterne. Può indicare uno straniero, spesso di aspetto chiaro. Può essere considerata una figura “sfortunata”.

Sotto le astralità di Giove incontriamo Acquisitio, figura di fuoco, acqua e aria, in armonia con Sagittario e Pesci. Figura positiva che indica acquisizioni, aggiunte ai possedimenti esistenti, denaro. Porta successo, comprensione, arricchimento, riuscita, guadagno, il ricevere, la fortuna. Può indicare un individuo in buona salute.

Amissio è una figura di Venere, Toro, Bilancia, Vergine e Sagittario; elementi terra, aria e parte di fuoco. Legata agli aspetti negativi di Venere, Amissio segnala una perdita e ciò che viene portato via o ciò che occorre mandar via. Amissio è contraria a tutto ciò che riguarda il guadagno e il denaro.

Tristitia è la seconda figura di Saturno ma con influenze di Acquario, Sagittario, Scorpione e Capricorno; gli elementi dominanti sono terra e aria. Significa tristezza, malinconia, dispiacere, pene, condanna, povertà. E’ una figura negativa che influenza anche le figure circostanti. In senso più positivo indica la seriosità e il duro lavoro, l’austerità.

Laetitia è l’opposto di Tristitia ed è governata da Giove con Pesci, Sagittario, Gemelli e Toro; elementi acqua e aria. Figura positivissima, significa gioia, felicità e piacere incontenibile. Indica la risata, la buona salute, fortuna in essere o in arrivo, soldi, successo, pace e “un uomo barbuto”. I suoi significati comprendono anche la bellezza, la grazia.

Incontriamo Rubeus, la prima figura di Marte dello Scorpione con aspetti di Cancro e Gemelli; elemento acqua. Figura negativa, significa rosso ed è legata al sangue, alla fiamma, alla rabbia.  Indica i vizi, la passione degenerata, ira, violenza, perdita di sangue, ferite e in genere tutti gli aspetti negativi dello Scorpione. Può indicare persone dai capelli rossastri. Se Rubeus esce come prima figura o come una delle figure chiave dobbiamo maneggiare con cura la seduta in quanto si tratta di un’energia oscura e incontrollabile.

Seconda figura di Mercurio è Albus. Posta sotto le vibrazioni zodiacali di Gemelli, Leone, Cancro e Pesci; elementi aria, terra e acqua. Col significato di bianco, candido, albus significa giustizia, saggezza, segacia, pensiero chiaro, luce. Si tratta di un a figura buona per intraprendere progetti e trarre profitti. Indica persone chiare non solo nell’aspetto ma anche nello spirito, giornate serene e luminose.

Puella è una figura di Venere, della Bilancia, del Toro, del Cancro; elemento aria, terra, acqua. E’ l’aspetto positivo di Venere e significa fanciulla, vergine. Questa figura si riferisce a tutto ciò che ha attinenza con l’universo femminile e può indicare la consultante qualora fosse una donna. Significa bellezza, piacevole, figlia.

Puer, invece è una figura di Marte con Ariete, Scorpione, Gemelli; elemento fuoco e aria. Si tratta del complementare di Pella ed indica l’universo maschile e il concetto di mascolinità. Puo riferirsi al consultante se si tratta di un uomo. Significa anche sconsideratezza, azioni avventate, uomo scapolo, tendenze all’aggressività.

Caput Draconis indica il nodo nord della Luna. Il suo significato divinatorio indica un ingresso verso un livello superiore.


Cauda Draconis, invece si riferisce al nodo sud della Luna ed è una figura negativa che indica una discesa, un passo indietro, una difficoltà, una fine decisiva. Se questa figura compare come prima casa occorre distruggere la figura e sospendere la seduta.













lunedì 23 marzo 2015

I PENSIERI DEL PRINCIPE DEGLI IGNORANTI



SEGNO ZODIACALE DELL'ARIETE

CARATTERISTICHE DEL SEGNO ARIETE

Il pianeta dominante è Marte, l’elemento è il fuoco la qualità è cardinale.
Il Sole transita nell’Ariete approssimativamente fra il 20 Marzo e il 20 Aprile.
Colore da portare: il rosso in tutte le sue sfumature.
Pietra portafuna: corallo rosso o rubino.
Metallo: il ferro che appartiene a Marte.
Giorno favorevole: il Martedì, dominato da Marte.
Persone famose: Terence Hill, Johann Sebastian Bach, Alcide De Gasperi…


Caratteristiche analitiche Questo un segno di grande azione creativa. L’individuo Ariete ha bisogno di agire e di organizzare, è originale e rifiuta di venire organizzato o dominato da altri. Può essere egoista, è coraggioso e apprende rapidamente. Ama dirigere una situazione difficile ed ha buona iniziativa anche se preferisce non portare a termine i suoi progetti. Ha la costante necessità di nuovi traguardi e di nuove idee. Inoltre è una felice combinazione; può essere privo di tatto anche se non se ne rende conto.Benché assuma un aspetto coraggioso, questo può essere una copertura in quanto può vacillare facilmente. L’Ariete generalmente gode di buona salute, ma anche se è dotato di grande energia, è incline a soffrire per i propri entusiasmi ed eccessi. L’Ariete classico sarà sempre in moto, coraggioso, impulsivo fino alla temerarietà perché convinto delle proprie ragioni, scarsamente diplomatico ma senz’altro spontaneo fino al punto di concludere anche in perdita i propri rapporti, spesso senza tenere in alcun conto le conseguenze delle sue azioni e delle proprie parole, ed altrettanto sovente in grado di ricadere negli stessi errori già commessi, ma sempre pronto a riprendersi e a rialzarsi. Ha una enorme capacità creativa, spesso accompagnata da un bisogno di primeggiare e di arrivare. Pur non essendo riflessivo, ne’ costante, tende ad agire continuamente, fin quasi a logorarsi per questo suo troppo lavoro, per i troppi progetti, magari anche per le frustrazioni che comporta l’impossibilità di realizzarsi. L’Ariete tuttavia ha in sé una forza che possiamo definire misteriosa: cade e ricade ma sempre si rialza, ritorna in piedi e riprende il suo moto quasi affannoso. Il carattere dell’Ariete può anche essere violento e costellato di impennate, ma generalmente è leale ed incapace di rancori prolungati. Tuttavia, come già accennato, l’Ariete è un pessimo diplomatico; dall’animale che caratterizza il suo simbolo ha preso l’abitudine di attaccare frontalmente l’ostacolo senza poterlo o volerlo mai aggirare (forse per non perdere tempo). Solitamente detesta la menzogna e rifiuta la bugia, ma quando vi ricorre sa porgerla con il volto e l’aspetto della più cristallina verità. Normalmente non ammette ipocrisie di sorta; gli manca la mezza misura, nei confronti del denaro sa essere tanto prodigo o altrettanto avaro.
L’Ariete è coraggioso ma anche fin troppo orgoglioso; vuol essere il migliore spesso più per amore dell’azione in se stessa che non per il desiderio cosciente del risultato finale. In amore l’Ariete può essere fedele ma si stanca dei rapporti mediocri che per lui diventano estremamente instabili. L’amore più importante per un ariete è la libertà. La loro infanzia è spesso travagliata e difficile ma negli studi hanno di solito grande capacità di rendimento. Per crescere bene hanno bisogno di severa disciplina, di attenzione costante ma illuminata di grande amore ed affetto continuo.

L’Ariete in Amore
L’Ariete in amore è come un cavaliere pronto a combattere per raggiungere il suo obiettivo sentimentale, più l’oggetto del suo amore è irraggiungibile, più il suo cuore s’infiamma tanto da consumare gran parte del suo amore in questa fase. L’Ariete vive quindi nello spazio che c’è tra il quotidiano e l’ideale, un luogo dove non c’è posto per i comuni mortali. E così appena l’assediato cede all’ardente e appassionata conquista, il grande e unico amore si sgonfia e il cuore si spegne. Ecco perché talvolta l’ariete finisce per guardarsi intorno, non tanto per infedeltà bensì perché non riesce più ad accettare la banale routine della realtà quotidiana.

L’Ariete nell’Amicizia
L’Ariete è davvero un buon amico, in grado di proteggere le persone che gli sono vicine e di correre in loro difesa nei momenti del bisogno.
Certo non è facile essere amico di un Ariete, sopportando i suoi frequenti momenti di incontinenza ed aggressività orale, spesso conditi da gaffe evidenti in grado di procurarsi nemici con estrema facilità.

A parte questo, sa essere un vero amico molto presente nei momenti del bisogno e un compagno gioioso nei momenti del divertimento.


L’ Uomo Ariete
Gli uomini Ariete sono molto “reattivi”: non bisogna aspettare molto per accenderli !
La donna desiderata dee essere scattante e sportiva ma deve anche lasciare al suo corpo “tonico” delle zone di morbidezza perché piacciono molto all’Ariete maschio.
Come conquistarlo: abbigliamento di fantasia e trasgressione.
Partner ideale: Sagittario


La Donna Ariete
Le donne Ariete sono sempre molto passionali e giocose, preferiscono dilatare i tempi ma sono simili agli uomini del segno quanto a desiderio di soddisfare il partner.
La donna Ariete è attratta da uomini sportivi: forti fisicamente e con un carattere deciso.
Come conquistarla: un bel fisico, carattere deciso e fantasia.
Partner ideale: Sagittario

giovedì 19 marzo 2015

SAN GIUSEPPE

Giuseppe nacque probabilmente a Betlemme, il padre si chiamava Giacobbe (Mt 1,16) e pare che fosse il terzo di sei fratelli. La tradizione ci tramanda la figura del giovane Giuseppe come un ragazzo di molto talento e un temperamento umile, mite e devoto.

Giuseppe era un falegname che abitava a Nazareth. All'età di circa trenta anni fu convocato dai sacerdoti al tempio, con altri scapoli della tribù di Davide, per prendere moglie. Giunti al tempio, i sacerdoti porsero a ciascuno dei pretendenti un ramo e comunicarono che la Vergine Maria di Nazareth avrebbe sposato colui il cui ramo avrebbe sviluppato un germoglio. "Ed uscirà un ramo dalla radice di Jesse, ed un fiore spunterà dalla sua radice" (Isaia). Solamente il ramo di Giuseppe fiorì e in tal modo fu riconosciuto come sposo destinato dal Signore alla Santa Vergine.

Maria, all'età di 14 anni, fu data in sposa a Giuseppe, tuttavia ella continuò a dimorare nella casa di famiglia a Nazareth di Galilea per la durata di un anno, che era il tempo richiesto presso gli Ebrei, tra lo sposalizio e l'entrata nella casa dello sposo. Fu proprio in questo luogo che ricevette l'annuncio dell'Angelo e accettò: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38).

Poiché l'Angelo le aveva detto che Elisabetta era incinta (Lc 1,39), chiese a Giuseppe di accompagnarla dalla cugina che era nei suoi ultimi tre mesi di gravidanza. Dovettero affrontare un lungo viaggio di 150 Km poiché Elisabetta risiedeva ad Ain Karim in Giudea. Maria rimane presso di lei fino alla nascita di Giovanni Battista.

Maria, tornata dalla Giudea, mise il suo sposo di fronte ad una maternità di cui non poteva conoscerne la causa. Molto inquieto Giuseppe combatté contro l'angoscia del sospetto e meditò addirittura di lasciarla fuggire segretamente (Mt 1,18) per non condannarla in pubblico, perché era uno sposo giusto. Infatti, denunciando Maria come adultera la legge prevedeva che fosse lapidata e il figlio del peccato perisse con Lei (Levitino 20,10; Deuteronomio 22, 22-24).

Giuseppe stava per attuare questa idea quando un Angelo apparve in sogno per dissipare i suoi timori: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in Lei viene dallo Spirito Santo" (Mt 1,20).
L'Angelo appare in sogno a Giuseppe
Tutti i turbamenti svanirono e non solo, affrettò la cerimonia della festa di ingresso nella sua casa con la sposa.


Su ordine di un editto di Cesare Augusto che ordinava il censimento di tutta la terra (Lc 2,1), Giuseppe e Maria partirono per la città di origine della dinastia, Betlemme. Il viaggio fu molto faticoso, sia per le condizioni disagiate, sia per lo stato di Maria oramai prossima alla maternità.

Betlemme in quei giorni brulicava di stranieri e Giuseppe cercò in tutte le locande, un posto per la sua sposa ma le speranze di trovare una buona accoglienza furono frustrate. Maria diede alla luce suo figlio in una grotta nella campagna di Betlemme (Lc 2,7) e alcuni pastori accorsero per fargli visita e aiutarli (Lc 2,16).

La legge di Mosè prescriveva che la donna dopo il parto fosse considerata impura, e rimanesse 40 giorni segregata se aveva partorito un maschio, e 80 giorni se femmina, dopo di che doveva presentarsi al tempio per purificarsi legalmente e farvi un'offerta che per i poveri era limitata a due tortore o due piccioni. Se poi il bambino era primogenito, egli apparteneva per legge al Dio Jahvè. Venuto il tempo della purificazione, dunque, si recano al tempio per offrire il loro primogenito al Signore. Nel tempio incontrarono il profeta Simeone che annunciò a Maria: "e anche a te una spada trafiggerà l'anima" (Lc 2,35).

Giunsero in seguito dei Magi dall'oriente (Mt 2,2) che cercavano il neonato Re dei Giudei. Venuto a conoscenza di ciò, Erode fu preso da grande spavento e cercò con ogni mezzo di sapere dove fosse per poterlo annientare. I Magi intanto trovarono il bambino, stettero in adorazione e offrirono i loro doni portando un sollievo alla S. Famiglia.

Dopo la loro partenza, un Angelo del Signore, in apparizione a Giuseppe, lo esortò a fuggire: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e sta la finché non ti avvertirò; perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo" (Mt 2,13).

Giuseppe si mise subito in cammino con la famiglia (Mt 2,14) per un viaggio di circa 500 Km. La maggior parte del cammino si svolse nel deserto, infestato da numerose serpi e molto pericoloso a causa dei briganti. La S. famiglia dovette così vivere la penosa esperienza di profughi lontano dalla propria terra, perché si adempisse, quanto era stato detta dal Signore per mezzo del Profeta (Os XI,1): «Io ho chiamato il figlio mio dall'Egitto» (Mt 2,13-15).

Nel mese di Gennaio del 4 a.C, immediatamente dopo la morte di Erode, un Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre e và nella terra d'Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino» (Mt 2,19). Giuseppe obbedì subito alle parole dell'Angelo e partirono ma quando gli giunse la notizia che il successore di Erode era il figlio Archelao ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si adempisse quanto era stato detto dai profeti: «Egli sarà chiamato Nazareno» (Mc 2,19-23).

La S. famiglia, come ogni anno, si recò a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Trascorsi i giorni di festa, si incamminarono verso la strada del ritorno credendo che il piccolo Gesù di 12 anni fosse nella comitiva. Ma quando seppero che non era con loro, iniziarono a cercarlo affannosamente e, dopo tre giorni, lo ritrovarono al tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati ti cercavamo». (Lc 2,41-48).

Passarono altri venti anni di lavoro e di sacrificio per Giuseppe sempre accanto alla sua sposa e morì poco prima che suo figlio iniziasse la predicazione. Non vide quindi la passione di Gesù sul Golgota probabilmente perché non avrebbe potuto sopportare l'atroce dolore della crocifissione del Figlio tanto amato.

mercoledì 18 marzo 2015

FESTA DEL PAPA'


 La festa del papà o festa del babbo è una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo. In molti Paesi la ricorrenza è fissata per la terza domenica di giugno, mentre in Italia viene festeggiata il 19 marzo.


La festa del papà, come la intendiamo oggi, nasce nei primi decenni del XX secolo, complementare alla festa della mamma per festeggiare la paternità e i padri in generale. La festa è celebrata in varie date in tutto il mondo, spesso è accompagnata dalla consegna di un regalo al proprio padre.
La prima volta documentata che fu festeggiata sembra essere il 5 luglio 1908 a Fairmont in West Virginia, presso la chiesa metodista locale. Fu la signora Sonora Smart Dodd la prima persona a sollecitare l'ufficializzazione della festa; senza essere a conoscenza dei festeggiamenti di Fairmont, ispirata dal sermone ascoltato in chiesa durante la festa della mamma del 1909, ella organizzò la festa una prima volta il 19 giugno del 1910 a Spokane, Washington. La festa fu organizzata proprio nel mese di giugno perché in tale mese cadeva il compleanno del padre della signora Dodd, veterano della guerra di secessione americana.
La data in generale varia da Paese a Paese. Nei Paesi che seguono la tradizione statunitense, la festa si tiene la terza domenica di giugno. In molti Paesi di tradizione cattolica, la festa del papà viene festeggiata il giorno di san Giuseppe, padre putativo di Gesù, il 19 marzo.
In alcuni Paesi la festa è associata ai padri nel loro ruolo nazionale, come in Russia, dove è celebrata come la festa dei difensori della patria , e in Thailandia, dove coincide con il compleanno dell'attuale sovrano Rama IX, venerato come padre della nazione.
Come in molti Paesi di tradizione cattolica, la festa del papà viene festeggiata il giorno di san Giuseppe, padre putativo di Gesù. San Giuseppe, in quanto archetipo del padre e del marito devoto, nella tradizione popolare protegge anche gli orfani, le giovani nubili e i più sfortunati. In accordo con ciò, in alcune zone della Sicilia, il 19 marzo è tradizione invitare i poveri a pranzo. In altre aree la festa coincide con la festa di fine inverno: come riti propiziatori, si brucia l'incolto sui campi da lavorare e sulle piazze si accendono falò da superare con un balzo.
Il dolce tipico della festa ha varianti regionali ma per lo più a base di creme e/o marmellate, con impasto simile a quelle dei bignè o dei krapfen .
Esemplare è il dolce napoletano, che prende il nome di zeppola di San Giuseppe. Secondo la tradizione, infatti, dopo la fuga in Egitto con Maria e Gesù San Giuseppe dovette vendere frittelle per poter mantenere la famiglia in terra straniera. Sono realizzate con pasta simile ai bignè, di forma schiacciata, e possono essere fritte o al forno; al di sopra viene posta di norma crema pasticcera e marmellata di amarene.
Nell'Italia del nord, invece, dolce tipico della festività è la raviola (piccolo involucro di pasta frolla o pasta di ciambella richiuso sopra una cucchiaiata di marmellata, crema o altro ripieno, poi cotta al forno o fritta).
Infine, in alcune regioni del centro Italia (soprattutto Toscana, Umbria e Lazio) è diffuso un dolce, sempre fritto, a base di riso cotto nel latte a cui si aggiungono a piacere uva passa o canditi. Dolci a base di riso, noti come zeppole di riso o crispelle di riso, sono comune anche in Sicilia.


MASSIMO DELLA PERGOLA

Massimo Della Pergola (Trieste, 11 luglio 1912 – Milano, 13 marzo 2006)


è stato un giornalista italiano. Si occupava di sport e fu l'inventore del Totocalcio.
Molto giovane cominciò a lavorare per La Gazzetta dello Sport, ma nel 1938 fu espulso dall'albo dei giornalisti perché ebreo. Durante l'internamento in un campo di lavoro in Svizzera ebbe l'idea di un concorso a premi legato al calcio, con il quale finanziare lo sport italiano alla fine della Seconda guerra mondiale.
Nel 1946 coi colleghi Fabio Jegher
Fabio Jegher
 e Geo Molo fonda la SISAL. La prima schedina Sisal venne giocata il 5 maggio 1946. Due anni dopo il gioco passa sotto la gestione diretta del CONI e prende il nome di Totocalcio. La causa che i tre inventori intentano al Ministero dell'Interno, che aveva promosso questo passaggio forzato, non ha buon esito e alla Sisal
resta la gestione del Totip.
Nel 1954 Dalla Pergola abbandona l'avventura della Sisal per tornare a tempo pieno al giornalismo (che in realtà mai aveva abbandonato del tutto, visto che in quegli anni fu nominato caporedattore responsabile del calcio, sempre alla Gazzetta dello Sport diretta da Bruno Roghi). Tra il 1977 e il 1989 coprirà l'incarico di segretario generale dell'Associazione Nazionale della Stampa Sportiva (Aips), divenendone poi segretario onorario. Collaborò con varie testate fino al 1998.
Fu presidente della Federazione Italiana Maccabi, e dal 1961 al 1989 guidò tutte le delegazioni italiane ai World Maccabiah Games in Israele. Della Pergola ha commentato dalle pagine dei giornali 11 edizioni dei Giochi Olimpici estivi, 3 Giochi Olimpici Invernali e 11 edizioni della Campionato Mondiale di Calcio. Si deve a lui anche l'ideazione del nome Universiade.