Fair Play è il nome di un impegno ufficiale preso dalla FIFA per aumentare l'etica all'interno del calcio e per prevenire la discriminazione in questo sport. Gli intenti del Fair Play comunque, esulano dal mero contesto calcistico: oltre a cercare di ridurre il razzismo all'interno del calcio, il Fair Play è il supporto che la
FIFA dà alle organizzazioni che cercano di migliorare le condizioni di vita nel mondo.
Il
fair play è quindi un codice d'onore nato nel gioco del calcio, oggi presente in molti altri sport e non è solo il rispetto delle regole, ma viene riconosciuto come un modo di pensare che si basa sui concetti d'amicizia, della non violenza e della lealtà sia in campo sportivo che nella vita quotidiana. La FIFA e la
UEFA hanno in più occasioni premiato coloro che hanno dimostrato di seguire attentamente i fondamenti del Fair Play.
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Dall'anno 2007 proprio per rimarcare le regole non scritte del Fair Play, alla fine dello svolgimento delle partite di serie A è stato in Italia inserito il cosiddetto
Terzo tempo, in cui i giocatori in fila stringono le mani dei Direttori di Gara, similmente a quanto accade da tempo alla fine nelle partite di Pallavolo e di Rugby. Questi gesti, queste promozioni servono a diffondere il più possibile gli ideali del Fair Play; la responsabilità di seguirlo e di emanciparlo è però compito di tutti: dalle organizzazioni sportive più piccole a quelle di Serie A come nel calcio, dagli insegnati e dagli alunni nelle scuole e a proposito di questo Il Comitato Nazionale Italiano ha emanato una serie di diritti del ragazzo.
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Terzo Tempo |
Carta dei Diritti del Ragazzo nello Sport
Diritto di divertirsi e di giocare;
Diritto di fare sport;
Diritto di beneficiare di un ambiente sano;
Diritto di essere trattato con dignità;
Diritto di essere circondato ed allenato da persone competenti;
Diritto di seguire allenamenti adeguati ai suoi ritmi e di avere i giusti tempi di riposo;
Diritto di misurarsi con giovani che abbiano le medesime probabilità di successo;
Diritto di partecipare a competizioni adatte alla sua età;
Diritto di praticare il suo sport in assoluta sicurezza;
Diritto di non essere un campione.
Il Comitato Nazionale Italiano (CONI), inoltre, si è impegnato e si impegna quotidianamente a:
-diffondere il concetto di fair play nelle organizzazioni sportive;
-promuovere l'inserimento del principio del fair play negli statuti delle organizzazioni sportive;
-incoraggiare la Scuola, gli Enti, le Organizzazioni Sportive nella promozione del fair play;
-segnalare particolari esempi di fair play per riconoscimenti ufficiali;
-istituire riconoscimenti ufficiali per: gesti, carriere, promozioni significative dal punto di vista del fair play;
-svolgere attività di natura culturale volte alla diffusione ed alla propaganda dell'idea di sport, dei suoi ideali e valori, effettuate anche mediante iniziative promozionali a carattere organizzativo, di stampa ed affini;
-svolgere attività di natura scientifica finalizzate alla conoscenza ed all'approfondimento del fenomeno sportivo sul piano teorico e pratico;
-difendere lo sport dai pericoli della droga e del doping;
-svolgere propaganda per evitare la violenza nelle manifestazioni sportive.
Il fair play, dal punto di vista morale, è un modo per essere soddisfatti di ciò che facciamo: una vittoria leale e lecita è sicuramente più soddisfacente che una ottenuta con imbrogli, inganni e falsità.