lunedì 5 gennaio 2015

IL CODICE DEONTOLOGICO DELLA PROFESSIONE DOCENTE




Il carattere relativo ed evolutivo del codice

L'etica della docenza, come quella di tutte le altre professioni, ma non solo (esistono anche un'etica politica, un'etica imprenditoriale ecc.), ha valore relativo.
Definitivamente consumata in tutto il mondo occidentale la crisi delle grandi ideologie, l'etica ha cessato di essere "dedotta" da grandi principi generali, da "certezze" trascendenti di qualunque tipo esse fossero, per essere invece "costruita" attraverso itinerari di ricerca che rispondono alla necessità di fare fronte ai bisogni/problemi esistenti.
I sistemi etici dunque cambiano come tutto ciò che rientra nei processi evolutivi: ciò che è un valore oggi può non esserlo domani.
Una delle condizioni per fare progredire e migliorare la società è infatti la capacità di adattare l'ethos, i comportamenti, alle esigenze reali, ai grandi problemi sociali, che si manifestano in un determinato contesto e momento storico.
Anche questo codice etico-deontologico manifesta in molte sue parti uno spiccato carattere evolutivo e relativo.
Lungi dal postulare "fini ultimi", intende invece indicare "comportamenti intermedi" coerenti con il soddisfacimento dei bisogni/problemi che oggi si manifestano nel campo dell'istruzione-formazione.

Un "manifesto" per la professione

E' del tutto evidente che il complesso di doveri etici, che il codice delinea, richiede una serie di condizioni esterne di natura normativa, contrattuale e sociale, per potere dispiegare appieno i propri effetti. Quel che è certo, però, è che non si può ulteriormente consentire che la mancanza di un'identità professionale alta, della quale gli insegnanti sono stati colpevolmente spogliati in decenni di compressione economica e sociale del loro ruolo, continui ad essere usata contro di loro.
Il circolo vizioso che si è instaurato fra negazione dei diritti ed offuscamento dei doveri deve essere interrotto in un punto: spetta ai docenti far sì che siano essi stessi a scegliere quale.
IL codice etico-deontologico che qui si propone non è una semplice codificazione di norme comportamentali, ma costituisce, insieme agli standards della docenza, un vero e propriomanifesto per la professione docente.

Pubblicazione del codice e vincoli per gli associati ADI

Il codice deontologico è stato approvato e reso pubblico il 16 Aprile 1999.
Tutti gli associati all'ADi sono vincolati al suo rispetto.

Il contenuto dei 5 titoli del codice deontologico

 

 

1) L'ETICA VERSO LA PROFESSIONE

Il primo messaggio forte di questo capitolo è quello di non rivendicare da altri l'autorità della professione, con atteggiamenti di delega, di rinuncia o di sottomissione, ma di costruirla nell'azione con comportamenti che la valorizzino e la tutelino dall'impoverimento e dal degrado.
A questo scopo il primo dovere di ogni docente è quello di approfondire ed adeguare il proprio bagaglio di conoscenze e competenze definite inteoriche (cultura generale di base, specifico disciplinare, didattica generale e disciplinare, teorie della conoscenza e dei processi comunicativo-relazionali, tecnologie della comunicazione ecc..), operative (progettazione e pratica didattica, attività di valutazione, uso degli strumenti di verifica, uso delle tecnologie didattiche, organizzazione dei gruppi) e sociali (relazione e comunicazione), con riferimento agli standards professionali e con la sottolineatura che è quindi l'insieme di queste conoscenze e competenze che deve essere arricchito, aggiornato ed adeguato.
Insieme al dovere dell'approfondimento della preparazione professionale, il codice sottolinea come sia altrettanto rilevante il dovere verso l'autovalutazione, come strumento per correggere e migliorare la propria azione educativa.
E ancora, è significativa l'affermazione, forse fatta per la prima volta in Italia, che è dovere di ciascun docente contrastare, per quanto possibile, l'accesso alla professione di persone incompetenti. Dopo decenni di sanatorie e immissioni in ruolo ope legis, è questa la prima condizione necessaria e indispensabile per ridare autorità e prestigio alla professione docente.
Su questo stesso piano si pone il dovere di non tollerare, con il silenzio o l'indifferenza, comportamenti di colleghi che possano nuocere agli allievi e alla dignità della professione docente.
Insieme al valore del merito, come è stato sopra indicato, viene sancita l'importanza di salvaguardare l'autonomia della professione sia da imposizioni politiche, ideologiche o religiose, sia da eccessi normativi e burocratici.
Sono questi ultimi, da troppo tempo, i veri nemici della professione docente. Il lavoro dell'insegnante si nutre di relazioni umane e cresce con esse. E' dunque dovere del docente impedire che queste siano isterilite dall'ipertrofia delle regole, dalla paranoia documentativa (registri, autorizzazioni, verbalizzazioni, relazioni ecc..) e dai ritualismi di una collegialità formale e inconcludente.
Infine un richiamo forte al fatto che la valorizzazione e la salvaguardia della professione docente richiedono il superamento dell'individualismo e lo sviluppo di forme associative coerenti. A questo fine si sottolinea l'importanza dell'impegno di ciascun insegnante nei confronti dell' associazionismo professionale, strumento imprescindibile per l'affermazione del professionismo della docenza.

2) L'ETICA VERSO GLI ALLIEVI

Nel richiamare i diritti fondamentali degli allievi sanciti dalla "Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia" e i valori della Costituzione, questo capitolo afferma innanzitutto che nella scuola i valori vanno "praticati". E' un richiamo importante per una scuola chiamata ad impartire mille educazioni (alla pace, alle pari opportunità, alla legalità, alla salute ecc.) ma che ha perso la capacità di educare. E' nel concreto dell'azione educativa, nel modo di stare nella scuola, nella valutazione, nell'organizzazione del lavoro del gruppo-classe, che devono emergere i valori della cultura, della giustizia, della tolleranza, del rispetto delle differenze. Ma anche e fortemente il valore del merito, che deve essere sostenuto e accompagnato da altri due valori, da vivere come complementari e non contrapposti, la solidarietà e l'emulazione positiva. Questi due valori troppo spesso presentati come contraddittori e antagonisti devono, invece, alimentarsi reciprocamente: le azioni positive dei compagni, i loro successi, possono, devono spingere ad una emulazione costruttiva.
L'altro messaggio fondamentale del capitolo, forse il più importante, perché è quello che meglio chiarisce il senso del nuovo rapporto etico fra insegnante e allievo, è contenuto nel dovere dell'insegnante di avere comportamenti coerenti con le finalità della "formazione". Tutto questo implica il dovere di non appiattire l'insegnamento su di un modello standardizzato e in quanto tale astratto, ma di progettarlo ed applicarlo, tenendo conto delle inclinazioni e aspirazioni degli allievi che si hanno di volta in volta di fronte.
Il rendimento medio rimarrà un traguardo importante, ma non potranno essere trascurati né gli allievi con difficoltà, né quelli particolarmente dotati.
Un'altra questione dirimente che viene sottolineata nel rapporto etico con gli allievi è la valutazione, affrontata negli articoli 25 e26.
La valutazione è un momento importantissimo nella relazione educativa: è importante per imparare, è importante perché attraverso di essa si comunicano implicitamente dei valori, come quello della giustizia, è importante per capire come si debba e si possa stabilire un rapporto di fiducia fra allievo e insegnante anche di fronte a risultati negativi, è importante perché può rafforzare o indebolire l'autostima, perchè può stimolare l'apprendimento o al contrario indurre atteggiamenti di rinuncia e di rifiuto. E' nella valutazione che massimamente si coglie l'importanza della componente emotiva ed affettiva dell'apprendimento .
Ciò non toglie che la certificazione finale delle conoscenze e delle competenze debba essere il più possibile obiettiva ed imparziale e prescindere da condizionamenti di carattere psicologico, ambientale, sociale o economico degli allievi.
Non ha fatto bene alla scuola, non ha fatto bene agli allievi, non ha fatto bene alla società, oscurare per tanti anni l'etica della valutazione, semplicemente facendo finta che le insufficienze fossero sufficienze: gli insuccessi devono essere superati, le insufficienze colmate, non occultate o negate.

3) L'ETICA VERSO I COLLEGHI

E' un aspetto delicato ed importante dell'etica professionale. Si rivolge al dovere ed all'impegno di ciascun docente di contribuire a costruire relazioni feconde ,improntate al rispetto e basate su un forte spirito di collaborazione, capaci di superare i ritualismi della collegialità formale, alimentare lo scambio delle esperienze e delle idee, stimolare l'elaborazione e la produzione culturale, così da costruire una vera e propria comunità scientifica e professionale dei docenti.
Nell' impegno all'autovalutazione, non più solo individuale ma di gruppo, si indica poi un modo per costruire atteggiamenti di apertura e fiducia fra colleghi. Una pratica in cui anche i migliori si mettono in discussione, dove si è tutti alla pari e ciascuno ha qualcosa da imparare dall'altro.
Questo capitolo è tutto teso alla costruzione di quella comunità scientifica e professionale che sola può approfondire e insieme "socializzare" i contenuti, i valori e le regole della professione docente, che è anche il modo migliore per aiutare i più giovani, i supplenti e i neo assunti, ad apprendere la professione.

4) L'ETICA VERSO L'ISTITUZIONE SCOLASTICA

Il superamento della subalternità del ruolo docente, della sua collocazione impiegatizia è anche determinato dall'assunzione in prima persona, da parte di ciascun insegnante, dell'impegno a contribuire a determinare il "clima" della propria scuola.
Il docente professionista non subisce né atteggiamenti dirigistici e autoritari, né, al contrario, fenomeni di lassismo nella conduzione della propria scuola.
E' dovere dunque di ciascun insegnante adoperarsi per creare un ambiente impegnato, accogliente e culturalmente stimolante e sconfiggere l'immagine diffusa degli insegnanti-istruttori opachi e rassegnati in una scuola di massa scialba grigia e ripetitiva.
E' un richiamo forte al senso di appartenenza alla propria scuola, al dovere di diffonderne una buona immagine e di farla apprezzare dalla collettività.






5) L'ETICA NELLE RELAZIONI CON I GENITORI E CON IL CONTESTO ESTERNO

E' dovere fondamentale dei docenti adoperarsi per costruire, attraverso una varietà di comunicazioni formali ed informali, un clima collaborativo e di fiducia con le famiglie. E' questa una componente estremamente importante per la buona riuscita dell'azione educativa. Il docente deve rendere espliciti gli obiettivi dell'insegnamento, essere attento ai problemi posti dai genitori e favorire in tutti i modi un confronto aperto.
Contemporaneamente, però, è chiarita un'altra questione importante, che sgombra il campo da molti equivoci e indebite e spiacevoli interferenze, verificatesi in questi ultimi venticinque anni, dopo l'avvio degli Organi Collegiali della scuola. E' l'indicazione del confine oltre il quale l'intervento dei genitori non può andare. Si tratta dell'area delle competenze tecnico-professionali specifiche della docenza. Su questo terreno non si possono consentire intrusioni: svilirebbero l'autorità e il senso stesso della professione. Sarebbe come ammettere che chiunque, senza specifica preparazione e qualificazione può svolgere, al posto degli insegnanti, la professione docente. Sarà all'interno della comunità professionale che verranno decise le eventuali correzioni di rotta, alla luce delle critiche e dei rilievi ricevuti dai genitori sui risultati e sugli effetti dell'azione educativa.
L'altro dovere del docente è nei confronti di una maggiore apertura verso l'esterno. E' un'indicazione di impegno verso la conoscenza e la partecipazione a tutto ciò che, al di fuori della scuola, può consentire un migliore sviluppo dell'attività formativa . Si tratta in primo luogo di un collegamento non occasionale con gli altri specialisti che operano sul territorio, in particolare nel settore dell'assistenza socio-sanitaria, ed ancora di stabilire collegamenti con le strutture culturali, ricreative e sportive, e per ultimo, ma non per importanza, di conoscere e trovare gli opportuni contatti con le strutture produttive, e più in generale con il mondo del lavoro, al fine di una migliore preparazione professionale e di un più coerente orientamento degli allievi.

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